Il coraggio di mediare scuola: cultura della mediazione

Progetto

Il progetto vede coinvolto Il Nodo Parlato, Ufficio ligure per la mediazione dei conflitti, e due strutture scolastiche superiori e si propone di promuovere la cultura della mediazione come risoluzione dei conflitti.
Il progetto nasce dall’analisi dei dati del quinto Rapporto nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza: su un campione rappresentativo di 3800 adolescenti di età compresa fra i 12 ed i 18 anni, quasi un terzo ha dichiarato che nella propria scuola si verificano continui atti di prepotenza da parte dei compagni, mentre circa la metà del campione ha riferito di aver minacciato o picchiato qualcuno.
Con questo percorso, vengono offerti agli studenti degli strumenti pratici per gestire le situazioni conflittuali in modo conciliatorio e ripartivo.
La mediazione scolastica si è rivelata molto efficace per risolvere i conflitti nel contesto scuola, infatti, oltre a valorizzare sentimenti e necessità proprie ed altrui, contribuisce a migliorare le relazioni interpersonali, favorisce l’autoregolazione e la risoluzione di controversie.

Testimonianza

” Il gruppo dei mediatori, in base a dei criteri specifici, ha selezionato due istituti professionali che, oltre a essere collocati in due zone della città in cui il tasso di stranieri e di abbandono scolastico appare molto alto, avevano già affrontato situazioni di bullismo.
Nei mesi di novembre 2011 e gennaio 2012 sono stato realizzati, dai mediatori coinvolti nel progetto, degli incontri con i dirigenti scolastici dei due istituti selezionati (Istituto alberghiero N. Bergese e Istituto professionale Einaudi Casaregis Galilei) per presentare il progetto nel dettaglio e condividere l’inserimento del percorso di mediazione scolastica all’interno delle attività didattica.
Da febbraio 2012 sono iniziati gli incontri con le classi.
Nei primi due incontri è stato proposto agli studenti un linguaggio diverso da quello violento e sono stati loro presentati degli strumenti pratici per gestire le situazioni conflittuali in modo conciliatorio e ripartivo.
Gli interventi hanno previsto inizialmente esercitazioni sull’ascolto, sul dialogo, sul riconoscimento e il rispetto dell’altro.
Le simulazioni e le esercitazioni hanno permesso agli studenti di parlare di situazioni conflittuali che li hanno visti coinvolti, nell’ambito scolastico, familiare e con il gruppo dei pari.
Tali testimonianze sono state elaborate dal gruppo classe con l’aiuto dei mediatori, analizzate e rilette attraverso una visione del conflitto non necessariamente negativo, ma come occasione di crescita e di comprensione dell’altro.
Nel terzo e quarto incontro, dopo aver condiviso il corretto processo per la gestione di una mediazione con un terzo neutrale, è stata effettuata una simulazione su un caso fittizio in cui i ragazzi hanno agito i diversi ruoli
con grande partecipazione e impegno.
Sempre in occasione del terzo incontro sono state raccolte le testimonianze video e costruito un gruppo su Facebook per condividere con i compagni, attraverso l’interazione on line, la condivisione dell’esperienza fatta.
I contributi raccolti in entrambe le scuole hanno dato vita ad un cortometraggio da diffondere attraversi i social media realizzato a maggio 2012 e presentato in occasione del quarto incontro di restituzione.
Gli studenti, protagonisti del video, hanno spiegato, attraverso delle interviste, il significato di conflitto e mediazione a partire dall’esperienza intrapresa nel laboratorio di mediazione scolastica.
Il regista Marco Mandelli ha coordinato le attività di ripresa e montaggio, scegliendo, per la modalità on line un filmato di breve durata e quasi interamente realizzato dai ragazzi con il supporto di un tecnico per le riprese. Il video è stato caricato su youtube e promosso dai protagonisti stessi attraverso i social media.
Data l’importanza e la partecipazione degli studenti a questo tipo di attività, sono state poste le basi e raccolti i materiali per la realizzazione di un secondo video.
I ragazzi, hanno dimostrato un grande interesse verso questo percorso, nello specifico è stato per loro importante comprendere che il conflitto fa parte della vita di ciascuno, che nasce dalle differenze, e non si può evitare. Molti di loro hanno scoperto che esistono diverse possibilità di reazione al conflitto, che il sentimento che il conflitto genera in ognuno di noi (rabbia, impotenza, dolore, paura) può essere trasformato attraverso il dialogo e la mediazione in un elemento di crescita.
Hanno condiviso che non sempre si esce da un conflitto attraverso una situazione di pace, hanno scoperto il concetto di “giusta distanza”.
Dipenderà da come il conflitto viene affrontato, il fatto che possa risultare negativo, distruttivo o, al contrario, trasformarsi in una opportunità per conoscere di più se stessi e gli altri.

Genova 30/06/2012