Maremeo educazione corporea e socio affettiva per minori

Progetto

Il progetto MareMeo nasce dall’esigenza di offrire al territorio eporediese un servizio rivolto a bambini e ragazzi, di età compresa tra 1 e 18 anni, con Disturbo dello Spettro Autistico ma estendibile a tutti i bambini con bisogni speciali. L’aspetto peculiare del progetto consiste nell’utilizzare l’ambiente acquatico come setting terapeutico per facilitare lo sviluppo di nuove abilità nel bambino coinvolgendo contemporaneamente la famiglia  durante l’intervento.

MareMeo ha previsto per ogni bambino un percorso psicoeducativo individualizzato in relazione uno-uno con il terapista in acqua, supporto psicologico rivolto al nucleo familiare e la costante valutazione e ridefinizione degli obbiettivi terapeutici.

La flessibilità del progetto ha permesso di ampliare l’intervento coinvolgendo i familiari, i pari, il gruppo sociale di riferimento per promuovere l’autonomia e l’integrazione del bambino.

Testimonianza

Testimonianza della responsabile del progetto Rachele Di Benedetto

Il progetto Maremeo si è concluso in Ottobre 2016 e ha visto la partecipazione di quindici famiglie residenti sul territorio del Canavese. L’ampiezza del progetto ha permesso di coinvolgere i bambini in attività ludiche e psicomotorie, le loro famiglie in attività di ascolto e collaborazione, gli insegnanti e le figure educative in attività di condivisione e progettazione degli obiettivi.

Ogni bambino partecipante presentava una difficoltà in ambito motorio, relazionale o cognitivo, tale per cui gli fosse stata preclusa la possibilità di frequentare un normale corso di nuoto. Infatti, spesso i bambini con bisogni speciali vengono esclusi dai corsi organizzati dalle strutture sportive, poiché risulta impossibile dedicare loro la giusta attenzione all’interno di un gruppo di coetanei.

Grazie al progetto Maremeo, molti bambini hanno potuto riscoprire la dimensione della piscina ed esprimere la loro individualità attraverso l’uso di scivoli, tappeti, giochi a incastro, giochi magnetici, giochi simbolici e puzzle, esprimendo una gioia che spesso lasciavano senza parole gli stessi genitori. Grazie all’acquisto di materiale ludico selezionato, tutti i bimbi partecipanti hanno svolto attività molto variegate e adattate alle loro capacità, in un percorso personalizzato via via più strutturato, che ha tenuto conto delle loro potenzialità ma anche delle loro paure e dei loro limiti.

In una fase iniziale sono stati svolti dei colloqui conoscitivi con la famiglia e con le figure professionali che avevano in carico il bambino (logopedisti, educatori, terapisti, insegnanti). Queste figure hanno fornito tutte le informazioni utili per organizzare le attività in acqua e hanno permesso la strutturazione di una relazione di fiducia con i genitori. I genitori si sono sentiti ascoltati e protagonisti della storia di sviluppo del loro bimbo. Molti hanno condiviso la sofferenza che ha accompagnato la conoscenza della diagnosi, i ricoveri in ospedale, i momenti di crisi dei loro bambini, le difficoltà di conciliare il lavoro con le loro necessità. All’interno del progetto Maremeo le attività in acqua sono state strutturate anche sulla base delle descrizioni e dei consigli che i genitori hanno dato dei loro figli.