Casa Bambaran casa famiglia

Progetto

L’ ONG Solidaunia è attiva già dal alcuni anni in Guinea Bissau con progetti di cooperazione in ambito sanitario ed agrario, con azioni che mirano al miglioramento della situazione nutrizionale dei bambini.
La Guinea Bissau è il quinto paese più povero al mondo; l’88% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno.
L’apertura di Casa Bambaran ha consentito di sopperire alla mancanza nella zona di Bissau di una struttura di accoglienza specifica per bambini in difficoltà: orfani, abbandonati o discriminati a causa di credenze religiose.
L’impostazione della Casa di accoglienza si è allontanata dai canoni tradizionali legati alla figura dell’orfanotrofio ma ha voluto ricreare l’esperienza della Casa Famiglia, secondo i più moderni indirizzi pedagogici e sociali.
Al momento dell’inaugurazione di Casa Bambaran erano ospiti n. 14 bambini. L’obiettivo specifico del progetto, che prevedeva l’incremento del numero dei bambini accolti, è stato raggiunto, essendo ospitati alla data di chiusura del progetto n. 29 bambini dai 0 ai 12 anni.
Grazie all’assunzione di personale locale preparato, si è potuta coniugare all’attività di assistenza un’attività di educazione alla norme di igiene e alle norme nutrizionali.
Lo stesso personale locale, indipendentemente dalla figura ricoperta, è stato coinvolto in attività di formazione volta a fornire le corrette direttive per l’assistenza dei bambini. In tal modo tutti i membri dell’equipe di lavoro hanno tenuto un comportamento uniforme nei confronti dei piccoli ospiti, consentendo loro di acquisire in breve tempo i consigli e i suggerimenti per la crescita. Attraverso un’attività di coinvolgimento delle Parrocchie limitrofe, l’esperienza di Casa Bambaran è stata fatta conoscere alle famiglie di Bissau, ottenendo un effetto moltiplicatore delle modalità educative proposte.
Casa Bambaran è ora perfettamente integrata nel territorio ove sorge e potrà proseguire le sue attività in stretto contatto con la comunità locale.
Punto di forza del progetto è stata la piena condivisione dell’obiettivo con la popolazione in loco che ha consentito il superamento del concetto di assistenza fine a se stesso.

Testimonianza

“Tutte le volte che il mio pensiero va a Casa Bambaran, mi tornano in mente i diritti dei bambini e, felice, penso che in quella casa i loro diritti sono rispettati.
In particolar modo il diritto di essere protetto, contro tutte le forme di abbandono, crudeltà e violenze.
A un anno dall’apertura della Casa Bambaran, abbiamo accolto finora ventinove bambini. Ognuno di loro è arrivato a Casa Bambaran con una storia pesante alle spalle, caratterizzata da violenza, denutrizione e maltrattamento.
Che cosa meravigliosa è stata assistere alla loro trasformazione!
L’amore fa prodigi!
Questa non è solo una frase fatta, ma è il risultato di un costante lavoro di equipe e di amore incondizionato per questi meravigliosi bambini. Sapere che con il proprio piccolo aiuto si possa donare ad un bambino una vita diversa, più dignitosa, fatta di amore e solidarietà, riempie il cuore di gioia: personalmente il mio dono più grande è l’accoglienza che ricevo tutte le volte che arrivo a Casa Bambaran ed i bambini, correndomi incontro sorridenti e gioiosi, mi abbracciano gridando: “Alì Giusi, Alì Giusi”.
Allora ,stringendoli forte, mi dico: “Ne è valsa la pena!”. Se anche solo uno di loro vivrà una vita migliore, mi ripeto “Ne è valsa la pena!”.
Oggi, come detto, abbiamo ospiti in Casa Bambaran 29 bambini, almeno altri 10 richieste di ospitalità sono ancora oggetto di valutazione. Il nostro criterio di entrata è rivolto, in maniera prioritaria, a bambini orfani, bambini malati rifiutati da tutti, bambini maltrattati che subiscono violenza di ogni tipo.
Nella Guinea Bissau esistono ancora oggi pratiche che nella società moderna sono considerate atti di criminalità. Una delle credenze è quella che riguarda i “criançàs iran”.
Sono ritenuti criançàs iran (spiriti maligni e per questo non esseri umani), tutti quei bambini che hanno problemi fisici e mentali. A un anno di vita se non hanno risolto tali handicaps vengono fisicamente eliminati nel corso di cerimonie rituali. I bambini ritenuti “Iran” vengono colpevolizzati di ogni evento avverso accaduto nella loro comunità. Una mamma che ha un bambino malato viene allontanata da tutti e isolata fino a quando non consegna il suo bambino malato alla donna anziana del villaggio, la quale si occuperà di fare la cerimonia . . .
Casa Bambaran esiste proprio per prendersi cura di tutti quei bambini che soffrono a causa di vari tipi di violenza, orfani e abbandonati, ma anche di quei bambini più sfortunati chiamati “criançàs iran” ai quali vengono negati i più elementari diritti alla vita. . .
Stiamo cercando di coinvolgere la popolazione di Bissau, attraverso le parrocchie. . . Il nostro obiettivo è anche di coinvolgere la gente a fare del volontariato. Abbiamo giovani
guineensi che fanno corsi di inglese ai bambini di Casa Bambaran, altri di educazione fisica, altri ancora di disegno o di canto. Suor Esperanza, direttrice della Casa Bambaran, è molto brava in questo, coinvolge le persone a dare ognuno un po’ di sé.”
Bissau, 11 giugno 2012
Giusi di Girolamo (volontaria Solidaunia)
Vice Economa della Diocesi